Manuale Videocitofono Urmet 2Voice PDF

In questa pagina puoi trovare e scaricare gratuitamente il manuale di istruzioni in formato PDF per il videocitofono Urmet 2Voice. Il documento ti guiderà passo dopo passo nell’installazione, nell’utilizzo quotidiano e nella risoluzione dei problemi più comuni relativi al tuo dispositivo. Avere a disposizione il manuale originale è fondamentale per sfruttare tutte le funzionalità offerte dal sistema 2Voice e garantire un funzionamento ottimale e sicuro del videocitofono Urmet.

Cosa Troverai nel Manuale Utente Videocitofono Urmet 2Voice

In apertura il manuale spiega l’idea di fondo: tutto gira su due soli fili non polarizzati che alimentano e scambiano dati con ogni dispositivo del bus, dai posti esterni ai posti interni, passando per alimentatori e interfacce di colonna. La prima pagina fissa anche l’ordine di grandezza del sistema, con colonne e posti interni visivamente schematizzati, e l’indice anticipa le tre aree chiave: caratteristiche e tipologie impianto, installazione con limiti di cavo e distanze, attivazione e programmazioni, seguite da schede tecniche ed esempi di collegamento.

La sezione “Caratteristiche generali” chiarisce cosa puoi costruire con 2Voice: fino a quattro posti esterni principali, fino a trentadue colonne indipendenti con due secondari per colonna, fino a centoventotto posti interni per colonna con un solo alimentatore, e la possibilità di affiancare un centralino di portineria. Qui trovi anche la filosofia d’uso: nessuna alimentazione locale sui posti interni o esterni, protezione intrinseca ai corti in derivazione, cablaggio in derivazione tramite distributori a 4 utenze o in entra-esci direttamente sui morsetti, e programmazione semplice con dip-switch per interni ed esterni, più Bluetooth sui moduli di chiamata. È in questo blocco che il manuale riassume anche le funzioni “di edificio”, come l’attivazione elettroserratura in modalità “libero” o “sotto segreto”, la seconda serratura per il carraio, la videosorveglianza con telecamere aggiuntive, le melodie differenziate e la chiamata intercomunicante.

Subito dopo arrivano le topologie tipo, illustrate con diagrammi molto chiari: dall’impianto monocolonna con un solo posto esterno agli scenari con due principali o un principale più un secondario, fino ai casi complessi con trentadue colonne, quattro principali e uno o due secondari per colonna; nelle figure è sempre evidenziato dove si posizionano alimentatori, interfacce di colonna e interfacce posti esterni, e come si cablano le uscite “IN0–IN3” dell’interfaccia per suddividere i rami lato strada. Se è presente un centralino, l’architettura aggiunge un alimentatore dedicato e il nodo di smistamento sul bus. Le tavole dalla pagina 5 all’8 sono una bussola visiva utilissima quando devi decidere quanti alimentatori e interfacce servono e come ripartire la dorsale.

Il capitolo sul “Funzionamento del sistema” spiega la semantica dello stato di occupato e i tempi: una chiamata da posto principale blocca gli altri principali e la colonna del chiamato per il tempo di attesa risposta, poi estende l’occupato per il “tempo di conversazione garantita” che imposti sui rotary del posto esterno; il massimo di conversazione è dieci minuti e, scaduta la finestra garantita, un’altra chiamata può interrompere la conversazione in base al parametro di interruzione configurato. L’elettroserratura pedonale è pilotata con scarica capacitiva dai morsetti SE+/SE− senza alimentazioni aggiuntive e si può gestire in “sotto segreto” o “libero”; per il carraio c’è un relè separato, da usare come comando verso la centralina. La videosorveglianza si estende con due telecamere dirette o fino a cinque con il commutatore 1038/69 o 1083/69, e il sensore porta aperta invia lo stato ai led rossi dei posti interni. La tabella delle suonate mostra come gli squilli cambino in base alla provenienza della chiamata, e come la chiamata di piano usi una melodia dedicata. È tutto descritto con tempi e casi di instradamento, così puoi prevedere priorità e comportamenti già in fase di collaudo.

Quando passi all’installazione, il manuale entra nel dettaglio normativo e fisico: raccomanda l’uso del cavo dedicato 1083/90 o 1083/92 per immunità ai disturbi, avverte di separare i percorsi dai 230/400 V e offre tabelle di capacità massime, numeri di dispositivi e, soprattutto, le distanze e le estensioni ammesse per ogni tipo di cavo e per ogni topologia. Le pagine 17–25 sono il cuore dei “limiti”: per dorsali citofoniche o videocitofoniche la coppia di tabelle separa la distanza “A” dai distributori ai posti interni e la distanza “B” o “C/D/E” tra alimentatore o interfaccia e il nodo più lontano; gli schemi distinguono la derivazione con distributori dal collegamento entra-esci e dalla dorsale lato strada che collega interfaccia posti esterni e interfacce di colonna. In quelle tabelle trovi numeri concreti, ad esempio i 200 m totali A+Bv per video a colori con 1083/90, o i 600–800 m di estensione a seconda del cavo e della presenza dell’interfaccia. Sono le pagine da consultare quando decidi sezioni, giunzioni e ripartizioni.

Sempre nell’installazione trovi i collegamenti ausiliari della pulsantiera con le distanze massime per ogni sezione, dal sensore porta al comando androne, fino all’illuminazione cartellini con trasformatore 9000/230, e i limiti lato posti interni per campanello di piano e soneria supplementare. Il paragrafo sull’uso delle terminazioni di linea spiega le definizioni chiave (dorsale, derivazione, fine linea, entra-esci) e ti fa vedere, con disegni, dove attivare il jumper “Z” sui dispositivi che stanno effettivamente a fine tratta, ricordando l’eccezione dei monitor 1750/1, /5, /6 che richiedono l’accessorio 1750/50 per gestire la terminazione in entra-esci. È una regola d’oro: ogni modifica di rete va compensata riportando una “Z” in ON alle nuove estremità, e le figure a pagina 29–30 rendono l’operazione inequivocabile.

La messa in servizio è strutturata come un percorso in sette passi. Prima imposti le terminazioni, poi configuri indirizzi e ruoli con i dip-switch, quindi alimenti e verifichi la tensione 38–48 Vcc sulle varie sezioni del bus. A quel punto isoli e verifichi i rami, associ i pulsanti dei posti esterni agli utenti, provi la fonia e i comandi serratura ed esegui, se richiesto, le programmazioni opzionali. Il capitolo di configurazione è ricco di tabelle grafiche: i posti esterni hanno un ID univoco, distinguono il ruolo “principale/secondaria” e, se secondari, l’indirizzo 0 o 1; gli AUX decidono “libero/sotto segreto”, la politica di interruzione e l’abilitazione degli illuminatori, mentre i due rotary definiscono tempo apriporta e “conversazione garantita”. I posti interni hanno il “codice utente” da 0 a 126 e il “codice interno” 0–3 per i paralleli nello stesso appartamento; l’interfaccia di colonna ha l’ID di colonna 0–31 e lo switch che dichiara se la porta “LINE IN” è usata. Le tabelle con i pattern dei dip-switch occupano tre pagine e ti permettono di impostare tutto “a colpo d’occhio”.

L’associazione dei pulsanti ai vari utenti e alle colonne segue una logica pratica: in “configurazione avanzata” metti l’ID della colonna, premi il primo pulsante per l’utente 0 e i successivi si assegnano in sequenza; se il posto esterno è secondario e vuoi un gruppo personalizzato, imposti un “offset” tramite AUX e dip ID. C’è un esempio svolto con tre colonne che mostra come distribuire pulsanti e utenti, utile quando devi chiudere rapidamente la numerazione in un condominio misto. La verifica funzionale suggerita è la prova completa: chiamata, immagine, fonia, elettroserratura pedonale e carraio. A valle, il capitolo “Programmazioni opzionali” copre l’autoinserzione ciclica sulle telecamere di controllo, l’associazione di un pulsante esterno a una funzione speciale (come le luci scale), la programmazione dell’intercom fra utenti o fra interni dello stesso alloggio e la scelta delle melodie, con le sequenze di tasti e i riscontri acustici a conferma.

In fondo al manuale trovi quello che serve quando “si cablano i casi reali”: le schede tecniche dei dispositivi chiave, i note-box che ricordano le regole di terminazione e gli schemi applicativi. Ci sono le tavole a pagina piena con i cablaggi di una colonna singola o di gruppi di quattro colonne verso uno o più videoportieri elettrici, gli esempi per la seconda serratura in parallelo, la ripetizione di chiamata con relè 788/52 o 788/22, e lo schema per collegare fino a quattro dispositivi in parallelo da una derivazione del distributore, con la nota sui monitor 1750 e l’uso obbligatorio dell’accessorio 1750/50 per l’entra-esci. Chiude il promemoria RAEE con le modalità di smaltimento a fine vita. Sono pagine da tenere accanto quando traduci su carta la topologia decisa in progetto.

Manuale Videocitofono Urmet 2Voice PDF
Manuale Videocitofono Urmet 2Voice PDF

Manuale di Istruzioni Videocitofono Urmet 2Voice PDF

Se stai cercando informazioni dettagliate sull’installazione, l’utilizzo e la configurazione del tuo videocitofono Urmet 2Voice, avere a disposizione il manuale di istruzioni ufficiale può rivelarsi estremamente utile. Qui di seguito troverai il documento in formato PDF, facilmente consultabile e pronto per il download, per aiutarti a risolvere eventuali dubbi o problematiche legate al dispositivo.

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